L’incredibile caso di Anneliese Michel
Anneliese Michel: epilessia o possessione?
La vicenda di Anneliese Michel (1952-1974) ha dell’incredibile. Giovane tedesca, solare, bella ragazza luminosa della Baviera, di famiglia cristiana; ebbe degli impressionanti fenomeni di possessione diabolica, che fecero discutere la Germania del suo tempo. Cominciò a manifestare i primi sintomi all’età di 16 anni, fu ricoverata in varie cliniche ma nessuno riusciva a capire che cosa avesse. Le si gonfiava il corpo, parlava lingue straniere, era furente contro ogni cosa che sapesse di sacro. Finalmente si ipotizzò un fenomeno di possessione diabolica, e iniziarono gli esorcismi. Durante le sedute Anneliese manifestava furibonde reazioni, parlando in aramaico con la voce di Giuda Iscariota, in latino, in tedesco e in altre lingue incomprensibili. Le si spezzarono i denti in bocca; non riuscì più quasi a mangiare; alla fine della vita (morì a 24 anni) si ridusse ad essere 31 chili.
Impressionanti sono le fotografie della giovane, prima della morte: uno scheletro che dimostra l’età di una donna di 60 anni, con occhiaie profonde, espressione spettrale. Eppure, si studiò poi in seguito, pare fosse una santa. Disse infatti che la Madonna le aveva chiesto se preferiva essere liberata dalle infestazioni oppure continuare a soffrire per la riparazione dei peccati. Annaliese si offrì per la seconda missione. Ella aveva dunque la coscienza e la volontà di lasciar fare alle forze demoniache interiori, soffrendo così la Passione di Cristo per il bene delle anime. Eppure quando morì i genitori e il sacerdote esorcista furono denunciati per questo fatto e dovettero subire un processo penale, di cui si parlò molto in quegli anni.
Di questa vicenda furono fatti due film
Ma guardando le immagini della vera ragazza e quelle delle attrici che la impersonarono sul set, appare un’abissale differenza. Queste ultime, pur brave, recitano, rimangono normali giovani attrici che cercano di entrare nella parte; la vera Anneliese invece è il volto della sofferenza e della bruttezza… una cosa realmente impressionante. I dialoghi poi tra l’esorcista e il demonio sono molto interessanti e istruttivi per capire quali sono i peccati e le disgrazie del nostro tempo.
Vedendo l’atroce espressione di Anneliese Michel durante le sedute, la debilitazione del suo corpo, viene da dire: “E’ ben brutto l’Inferno…”. Guai a scherzarci sopra, guai a rimanere nel peccato. Guardando il volto di Annaliese si rimane profondamente turbati. Si desidera solo scappare a gambe levate dal mondo della perdizione. Mamma mia, com’è brutto l’Inferno…
“…Un mio parere personale, dopo molto studio è che il caso Anneliese è uno di quei casi che il compianto Padre Benedettino Don Pellegrino Ernetti, esorcista italiano per quarant’anni, avrebbe qualificato come “caso mistico”. Ne ho seguiti vari nella mia esperienza di esorcista; e so che anche altri esorcisti hanno avuto casi di questo tipo.
Quando la persona si offre al Signore come vittima, o accetta di donare la vita in espiazione dei peccati del mondo, può essere colpita da possessioni o da malattie inguaribili. Perciò non faccio colpa ai medici di non aver ottenuto nulla (un po’ come i medici che si sono sforzati di far cicatrizzare le stimmate di Padre Pio); e non faccio colpa agli esorcisti se anche i loro sforzi non hanno avuto il successo sperato. In Anneliese Dio ha compiuti i suoi piani, dalla ragazza stessa accettati”. (da “Perché in Germania non esistono esorcisti?” a cura di Don Gabriele Amorth)
Tisbita