Il beato Bartolo Longo un grande apostolo del Rosario
Beato Bartolo Longo, un Araldo della Regina del Rosario
Oggi la Chiesa festeggia il Beato Bartolo Longo, un esempio di santità davvero elevata ma soprattutto che tutti noi possiamo seguire. I santi sono modelli che ci indicano la strada del Vangelo che Gesù ci ha dato. La figura di questo Beato è poco nota in Italia, ma più che altro al nord e mi piacerebbe oggi in onor della sua festa, farlo conoscere.
Un sacedote di satana
Il beato Bartolo Longo nacque a Latiano a pochi km da Brindisi, l’11 febbraio dell’anno 1841. Da piccolo è stato un bambino molto diligente e soprattutto rispettoso. La madre infatti era molto devota della Madonna. Insegnò ai propri figli la recita del Santo Rosario. Bartolo però crescendo divenne sempre più ambizioso, infatti aspirava a divenire avvocato, e quest’obiettivo lo raggiunse pienamente.
La ricchezza, la sua insaziabile ambizione lo condusse su una strada terribile: Il satanismo! Da qui il beato Bartolo Longo inizia a cadere sempre più in basso, fino a consacrarsi a satana, divenendo suo servitore e sacerdote. Il beato si aprì al più aggressivo anticlericalismo, seguendo anche le lezioni di Lettere e Filosofia di alcuni professori apertamente anticattolici come Augusto Vera, Bertrando Spaventa e Luigi Settembrini: i loro corsi erano improntati al positivismo dominante, dove veniva negata la realtà soprannaturale.
Contemporaneamente a quella cultura positivista si diffondeva lo spiritismo: la ragione doveva comprendere l’esistenza o meno di un mondo ultraterreno. Longo, affascinato da quelle curiosità dell’oltretomba, si avvicinò a un movimento spiritista di stampo satanico e per circa un anno e mezzo familiarizzò con il satanismo. Quella tragica scelta lo portò ad una crisi spaventosa che un suo amico risolse con il suicidio, mentre per Longo fu la salvezza.
L’amico Vincenzo Pepe, uomo molto religioso, lo inviò alla direzion
e spirituale del domenicano Padre Radente, il quale lo convertì e lo invitò ad entrare nel Terzo Ordine di San Domenico.
L’incontro con la Regina del Rosario di Pompei
Bartolo Longo conobbe tante anime sante tra cui Caterina Volpicelli, San Ludovico da Casoria; santi che agitarono le acque torbide della sua anima. Infatti Bartolo si sentiva tormentato, agitato, e non riusciva più a vivere in pace. La desolazione talvolta sconfinava addirittura nella disperazione. In queste condizioni di spirito la sera del 27 maggio 1865 si presentava alla sede della associazione spiritistica. per evocare lo spirito. Volle dapprima vedere, racchiuso in una bottiglia, lo spettro del defunto re delle due Sicilie, Ferdinando II, e il suo capriccio fu appagato. Dopo gli venne in mente il babbo e chiese allo spirito di mostrargli la firma paterna. Detto fatto! All’istante la penna che teneva fra le dita vergò la firma richiesta. Nella notte insonne l’ombra del babbo si aggirava di continuo intorno al letto bisbigliando “Ritorna a Dio!… Ritorna a Dio!…” Bartolo Longo attraverso un cammino spirituale riuscì a trovare la via giusta grazie alle anime sante che lo circondavano ma, lottava tra due desideri come lui stesso racconta:
Due tempeste si agitavano nel cuore: una tempesta di ricordi e una tempesta di desideri: i ricordi delle mie colpe e i desideri dell’apostolato.
Ecco la Valle di Pompei essa era ancora una terra sterile di ogni cristiana virtù; non produceva che spine; oh, potesse lui farvi rifiorire le rose!…
Ma sentiva troppo la sua indegnità, e il pensiero stesso della bontà di Dio lo umiliava, lo prostrava sino a terra.
Un giorno – non era ancora finito quell’ottobre che era per lui il primo ottobre della Madonna – sentendosi il cuore gravato da una tristezza più cupa del solito, si trattenne in casa lungamente a meditare e a pregare; poi, non potendo più sopportare l’intimo affanno, uscì, e a passi frettolosi, come se qualcuno lo inseguisse, si diresse verso una località chiamata Arpaia, fra le più orride e selvagge di tutta la Valle.
Pioveva a dirotto e soffiava un vento crudo e tagliente. Qualche campagnolo, incontrandolo pensò o che fosse impazzito o che avesse la morte nel cuore. Don Bartolo continuava ad andare, senza saper dove e senza curarsene, mentre il sangue gli martellava le tempie. Ansava, tremava, a momenti col viso acceso e bruciante e a momenti pallido e ghiaccio come un morto.
Finalmente si trovò in un campo incolto e deserto. Il vento s’era quietato, la pioggia cadeva lenta con un fruscio percettibile appena, tutto taceva all’intorno, come in preda ad un sonno profondo. Volse gli occhi in giro: nessuno! Nemmeno l’ombra di un’anima viva! Allora si arrestò di botto; il cuore gli scoppiava; aveva un gran ronzio nelle orecchie; la vista gli s’era improvvisamente offuscata… credette di essere sul punto di stramazzare per terra fulminato. Emise un gemito: « Oh Signore! » mentre tentava con i pugni chiusi di comprimere un poco i battiti violenti del cuore… In quel momento stesso, in mezzo allo smarrimento dei sensi, udi una voce sussurrargli, chissà se all’orecchio o nell’anima, o forse nell’anima ed anche all’orecchio: « Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo! »
Con la fronte imperlata di sudore freddo, Don Bartolo sollevò le mani al cielo in un gesto di invocazione desolata e di supremo abbandono… Ed ecco ad un tratto schiudersi dinanzi una visione soave: la Vergine bella vestita di sole che lo guarda e gli sorride! È un attimo! Bartolo trasognato cade in ginocchio sulle zolle umide di pioggia e mentre gli occhi abbagliati dalla visione gli si riempiono di lacrime, esclama con uno schianto di voce dolorosa: « O Regina del Paradiso, ti ascolto, basta. Se è vero che tu rivelasti a S. Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò; perchè, no, non uscirò da questa terra senza avervi veduto il trionfo del tuo Rosario!».
Da quel momento segue tutta una bellissima storia sul quadro della Madonna di Pompei che purtroppo non posso raccontare perchè sarebbe troppo lungo questo articolo ma vi invito se potete a leggere questo libro davvero bellissimo e ne rimarrete meravigliati, infervorati… il libro si chiama ” Storia del Santuario di Pompei, Vol. 1: Dedicato Alla Vergine Ss. Del Rosario” Il Santuario di nostra Signora del Santo Rosario di Pompei (divenuto santuario Pontificio), fu espressamente voluto dalla Madonna, infatti ogni pietra di quel santuario è un miracolo. Costellato di grazie, di favori celesti e di miracoli inspiegabili. Invito ad andare in Pellegrinaggio nella cittadella di Maria dove ancora oggi ai piedi della Regina del Rosario scendono grazie. Il Beato Bartolo Longo chiamato “O vicchiariello rà Maronn” che significa il vecchietto della Madonna, diceva: in questa terra avverrà il trionfo del Santo Rosario. Ogni anno a Pompei si recano più di 500 mila pellegrini a chiedere aiuti e favori alla bella Signora sul Trono Regale. A Colei che Gesù nulla rifiuta. Bartolo Longo era l’Apostolo del Rosario e guardate caso, morì nel mese dedicato al Santo Rosario il 5 0ttobre 1926.
Colgo l’occasione ad invitare chi ancora non lo sà ad accogliere l’invito di Papa Francesco nel recitare un rosario al giorno per tutto il mese, come abbiamo infatti detto, è il mese per eccellenza del Santo Rosario. Il Papa ci invita a recitarlo secondo le intenzioni della Chiesa così combattuta da satana. Inoltre ci invita a recitare a fine corona, le seguenti preghiere:
- Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
- San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro le malvagità e le insidie del demonio. Capo supremo delle milizie celesti, fa’ sprofondare nell’inferno, con la forza di Dio, Satana e gli altri spiriti maligni che vagano per il mondo per la perdizione delle anime. Amen