Le anime sante del purgatorio; perché sante?
Chi non si è mai posta la domanda: perché si dice le anime sante del purgatorio? Quindi le persone che muoiono sono tutte sante? La risposta è certamente NO.
Perchè allora vengono definite sante? Perchè nel purgatorio soffrono le fiamme purificatrici, con piena consapevolezza dei propri errori, e pregano incessantemente non per se stesse ma per gli altri. Sono unite pienamente alla volontà divina, e ardono dal desiderio di unirsi a Lui per tutta l’eternità. Ovviamente la differenza tra il santo e le anime del purgatorio è netta: IL SANTO accetta la sofferenza, ama e compie la volontà di Dio (che sta principalmente nel rispettare la sua legge divina e seguendo il Vangelo di Gesù) pregano su questa terra con amore, sottomissione, per la salvezza delle anime. Insomma quello che le anime del purgatorio compiono nell’aldilà, i santi lo fanno già sulla terra, così che possono alla loro morte salire direttamente in paradiso.
«Le anime sante del purgatorio non possono avere altra scelta che essere lì. I santi hanno scelto di servire Dio e soffrire per amore suo.
Nel trattato sul purgatorio leggiamo:
Le anime sante del purgatorio, non sono nella condizione di voltarsi indietro e dire: «Ho commesso certi peccati, per cui merito di stare qui». E neppure dire: «Non vorrei averli commessi, così ora andrei in paradiso». Né ancora: «Lui uscirà di qui prima di me o io ne uscirò prima di lui».
Non sono in grado di tenere alcuna memoria propria, né in bene né in male, né su altri: sono così felici di appartenere al piano di Dio, che non hanno pensieri per se stessi. Vedono solo tanta bontà e l’opera di Dio, che, pieno di misericordia, conduce l’uomo a sé; (le anime) non percepiscono la pena e il bene che ciascuno vive dentro se stesso, del resto, se riuscissero a percepirli, non potrebbero più prender parte alla carità pura. Le anime sante del purgatorio soffrono ma una sofferenza accettata, vissuta nell’attesa e nella consapevolezza che prima o poi godranno della felicità di Dio.
Non vedono neppure di essere nella pena per i loro peccati né sono in grado di trattenere nella mente quella vista, perché sarebbe una imperfezione in atto, che non può esistere in questo luogo: lì non è più possibile peccare attualmente; ecco perché sono definite anime sante del purgatorio!
Le anime del purgatorio sanno di essere in esso?
La percezione del purgatorio avviene in loro una sola volta, nell’istante, cioè, in cui abbandonano questa vita e poi mai più, perché questo costituirebbe una proprietà.
Le anime sono nella carità e non possono deviare da essa con una mancanza volontaria: non sono più in grado di volere né desiderare altro, se non esclusivamente il volere puro della carità pura. Infatti, essendo immerse nel fuoco del purgatorio, appartengono al disegno divino che è carità pura e in esso non sono nella condizione di deviare in nessuna parte. Trovano così impedimento nel commettere peccato attuale e parimenti nel compiere atti meritevoli.
Le anime sante del purgatorio provano felicità?
Sempre nel Trattato, leggiamo che le anime sante del purgatorio, provano felicità. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: ma scusa, in purgatorio ho sempre letto che si soffre tantissimo ma davvero tanto… ed è vero anzi VERISSIMO, ma non è una sofferenza disperata, perché sono sostenute dalla gioia che prima o poi usciranno da quel luogo di espiazione e purificazione ed hanno la consapevolezza che la stessa sofferenza che procura loro dolore, serve per avvicinarle a Dio e renderle degne del Paradiso.
La ruggine del peccato è l’impedimento; il fuoco consuma la ruggine e così l’anima si apre sempre di più all’influsso di Dio.