Inizia la preghiera in chiesa e continua nelle strade tra la gente
Sulla preghiera ho scritto molti articoli ma oggi voglio farvi riflettere su un discorso di Papa Francesco che dice: “La preghiera in chiesa” deve iniziare, cosa vuol dire? Significa che non dobbiamo limitarci a pregare solo in chiesa e poi una volta usciti ci dimentichiamo di Dio. Ma la preghiera in Chiesa inizia, quindi uscendo dobbiamo continuare a pregare.
La preghiera in chiesa
Secondo il Sommo Pontefice, la preghiera è “realtà fondamentale della vita” ma non deve essere “fasulla, una preghiera fatta solo per essere ammirati dagli altri. Quello o quelli che vanno a Messa soltanto per far vedere che sono cattolici o per far vedere l’ultimo modello che hanno acquistato, o per fare buona figura sociale. Vanno a una preghiera fasulla. Gesù ha ammonito fortemente al riguardo”.
Pregare con il cuore, quindi, e non limitare questo atto alla chiesa, perché la preghiera può iniziare nella penombra di una navata, ma poi termina la sua corsa per le strade della città.
Dove ci sono gli altri poiché “dove c’è Dio, ci dev’essere anche l’uomo” infatti, ricorda il Pontefice, chi “non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Se tu preghi tanti rosari al giorno ma poi chiacchieri sugli altri, e poi hai rancore dentro, hai odio contro gli altri, questo è artificio puro, non è verità.”
Quando nella propria vita c’è la preghiera, tutti diventano importanti, anche i nemici.
E ricorda un antico detto dei primi monaci cristiani che recita “Beato il monaco che, dopo Dio, considera tutti gli uomini come Dio”.
Infine spiega che può esistere chi cerca Dio ma non riesce a trovarlo, a incontrarlo, però “non si possono mai negare le lacrime dei poveri, pena il non incontrare Dio. Dio non sopporta l’ateismo di chi nega l’immagine divina che è impressa in ogni essere umano.”
Amare gli altri per dimostrare l’amore per Dio, questo il segreto, Dio non ammette chi dice di amarlo ma poi tiene gli altri lontano, a distanza.
“Non riconoscere la persona umana come immagine di Dio è un sacrilegio, è un abominio, è la peggior offesa che si può recare al tempio e all’altare.”
Scopri di più da Annalisa Colzi
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