Gender e ginecofobia: sono le donne ad essere discriminate
di Sabino Sabini
(quarta parte)
In base a questi argomenti – che sono gli stessi addotti dal movimento omosessuale – appare evidente che le donne di tutto il mondo rischiano di essere discriminate rispetto alla minoranza degli omosessuali che si riconoscono nel suddetto movimento.
Infatti:
1. Lo stato psichico degli omosessuali risulta naturale; al contrario, lo stato bio-psichico femminile risulta innaturale e di pura costruzione socioculturale, “stereotipo e pregiudizio”.
2. Come fatto naturale, lo stato psichico omosessuale è intoccabile; tanto che non si possono lecitamente proporre percorsi di cambiamento di tendenza; al contrario, lo stato bio-psichico femminile è liberamente manipolabile, tanto che fin dall’infanzia si dovrebbero prospettare percorsi di ri-orientamento sessuale; tra i quali ricade la stessa “scelta” di “ridiventare” donna. “Donna” ovviamente non nel senso naturale tradizionale (“decostruzione degli stereotipi e pregiudizi”)!
3. Nella stessa misura in cui l’omosessuale acquisisce diritti matrimoniali imitati da quelli del matrimonio tradizionale, la donna si vede ridotti i medesimi diritti dalla dignità di espressione di complementarità fisico-spirituale fondata sull’essere naturale. Ed eventualmente sulla creazione divina, a pura espressione sessuale-affettiva di libera scelta soggettiva. È evidente che la prima situazione implica una missione con i suoi privilegi e i suoi obblighi. Mentre la seconda si riduce a fatto soggettivo, obiettivamente privo di significato, mutevole e senza obblighi spiritualmente fondati.
4. Forse il punto di più grave discriminazione è l’equiparazione dei diritti sulla prole dell’omosessuale che porta avanti questa pretesa; e della donna che è vera generatrice della vita umana. E’ ovvio che un omosessuale, che non è e non può essere generatore della vita umana insieme al suo partner, non può avere, nei confronti della “prole” se non un rapporto imitato, artificiale e semplicemente legalizzato da una legge statale.
Ora, con l’equiparazione dei diritti, la madre naturale non potrebbe avere verso la sua propria e vera prole altri diritti diversi da quelli pretesi dall’omosessuale.
Lo Stato potrebbe, perciò, assumere le medesime misure, in campo educativo, verso le une e le altre situazioni, visto che sono state equiparate. Una donna non potrebbe vantare alcun privilegio, per il suo rapporto con la sua propria prole, in qualsivoglia circostanza nei confronti di qualsiasi altro tipo di rapporto venga instaurato tra adulti responsabili e minori.
Se da ciò appare evidente la discriminazione nei confronti della donna e la violazione dei suoi diritti, non meno evidente appare il danno immenso e irreparabile nei confronti di figli che si trovano in situazioni innaturali, e perciò nei confronti di tutto il genere umano e del suo avvenire.
Chi dunque si allinea con le pretese di equiparazione del movimento omosessualista –pretese che, come si è visto, equivalgono ad una gravissima discriminazione non verso una minoranza, bensì verso la maggioranza costituita da tutte le donne del mondo, che ammontando a più della metà del genere umano– si macchia del reato, non ancora introdotto ma da introdurre nella legislazione delle nazioni civili, di “ginecofobia”.
(continua)
Prima parte articolo http://www.annalisacolzi.it/gender-e-ginecofobia-sono-le-donne-ad-essere-discriminate
Seconda parte articolo http://www.annalisacolzi.it/gender-e-ginecofobia-sono-le-donne-ad-essere-discriminate-2/
Terza parte articolo http://www.annalisacolzi.it/gender-e-ginecofobia-sono-le-donne-ad-essere-discriminate-3/
Articolo già pubblicato su La Croce Quotidiano del 12/02/2016
Immagine da: http://www.consumatrici.it/25/06/2015/genitori-e-figli/00024096/venezia-il-nuovo-sindaco-ordina-via-i-libri-gender-dalle-scuole