Prigionieri del porno
Bambini in video e foto sessualmente espliciti on-line
una tendenza preoccupante
di Mario German
Nella società che stiamo creando, pare ormai che i bambini facciano di tutto meno che il celebre oh di poviana memoria…
Una nuova ricerca – riportata dall’edizione on-line del britannico “The Telegraph” (10/3/2015) nell’articolo “Sexting: Girls as young as seven in explicit videos online” a firma di David Barrett, corrispondente per gli affari interni – rivela una “tendenza preoccupante” dei bambini a comparire in foto e video sessualmente espliciti on-line. Bambini di appena sette anni si mostrano nudi su internet in post che inviano anche loro stessi.
Il gruppo di sicurezza online “Internet Watch Foundation” (IWF) e la Microsoft hanno collaborato in questa nuova ricerca, rilevando quasi 4.000 immagini e video in un campione che copre i tre mesi dello scorso autunno. Di questi, 667 (17,5%) riguardavano bambini di 15 anni o più giovani e di questi 286 si pensa che fossero addirittura sotto i 10 anni. Quasi tre quarti dei minori dai 15 ai 18 anni di età hanno inviato messaggi di testo sessualmente espliciti, mentre la metà ha inviato foto e video di se stessi nudi o semi-nudi. E la stragrande maggioranza dei contenuti – il 93% – era”firmata” sorprendentemente da ragazzine.
alcuni esempi
Un video, ad esempio, presentava una ragazzina di circa sette anni che si metteva in mostra pesantemente truccata e vestita in biancheria intima.
Un altro video di atti “estremamentee sessualmente espliciti” riguardava un’altra ragazzina di circa 12 anni.
Secondo il rapporto “In alcuni casi era chiaro che i bambini raffigurati erano consapevoli e intendevano che il contenuto che stavano creando apparisse su siti internet pubblici”. Ma un portavoce dell’IWF ha detto che, in qualche caso, il materiale è stato segretamente registrato su servizi di chiamata video Internet e poi pubblicato da terzi.
In un altro video, una ragazza di circa 10 anni “piange ed è visibilmente molto angosciata”, dato che, prima di spogliarsi, scuote ripetutamente la testa verso l’individuo sconosciuto che comunicava con lei su internet. Sono casi di ‘sextortion’, “in cui un bambino viene ricattato grazie al contenuto sessuale che ha condiviso con il ricattatore. Se il bambino si rifiuta di farne altri, il ricattatore distribuirà il contenuto originale pubblicamente.
La scoperta, comunque, indica una tendenza preoccupante da parte dei bambini più piccoli a rilasciare contenuti sessualmente espliciti on-line.
senza nascondere la propria indentità
Secondo i ricercatori, “di particolare preoccupazione” sembra quasi non essere grave il fatto in sé, bensì soprattutto “che i giovani non abbiano preso alcuna misura per nascondere la loro identità o la posizione, mettendo in molti casi i loro veri nomi”.
Fra l’altro, emerge che 9 su 10 delle delle immagini esplicite sono state create utilizzando una webcam, di solito da un computer di casa, contraddicendo quello che ci si sarebbe aspettato, il che dovrebbe far sorgere forse delle domande sulla crisi della famiglia attuale.
Claire Lilley, responsabile della Sicurezza dei bambini on-line al NSPCC ha puntualizzato che “per proteggere i bambini ci devono essere più investimenti in organismi di controllo in modo da avere più addetti e l’ultima tecnologia per impedire questi abusi orribili” senza interrogarsi sul problema sociale, specie dal punto di vista educativo, riconducibile ai messaggi che trasmettono la società e, in particolare, la scuola.
La Lilley rileva che “alcuni bambini più grandi probabilmente partecipano volontariamente a questi video perché potrebbe sembrare loro qualcosa di audace, qualcosa che da forti emozioni. Ma essi devono essere consapevoli che probabilmente non avranno più alcun controllo sulla destinazione finale di tali immagini. Potrebbero essere condivise innumerevoli volte e rimangono a disposizione per molti anni, con conseguenze che rimpiangeranno seriamente per la vita.” Complicazioni importantissime, certamente. Ma è davvero tutto qui, Lady Lilley?…
Fonte: https://nellenote.wordpress.com/2015/03/11/2015-lera-dei-pornobimbi/