L’incredulità su quel treno correva veloce
Molti si chiedono ancora se il Paradiso esiste, ovviamente stiamo parlando di persone incredule o che non vogliono credere in Dio per comodità. Si sà se crediamo in Dio dobbiamo anche servirlo, rispettarlo e amarlo. Detto ciò, non è che se siamo increduli siamo giustificati dinanzi al Signore, soprattutto se l’occasione si presenta e noi ci rifiutiamo di accoglierla.
A tal proposito, c’è un fatto realmente accaduto che dimostra quanto l’ignoranza può essere disastrosa nel campo spirituale.
La vicenda è accaduta in un treno, dove ogni giorno ne partono migliaia, e i viaggiatori scambiano quattro chiacchiere per far passare il tempo, parlando appunto del più e del meno.
Una donna carica di acciacchi esclama: Che vita! Meno male che si muore e ci si va a riposare in Paradiso!
Una frase semplice, schietta che fa comprendere la fede di questa donna. Eh già, chi ha fede lo dimostra in ogni azione! Purtroppo però questa frase sospirata e spontanea, viene subito ribattuta da un tale che con aria arrogante risponde: “Ma che Paradiso! Quando si muore, tutto finisce! Non c’è Paradiso e neppure inferno!”
Fortunatamente nello stesso treno, è presente un sacerdote che all’esclamazione della persona atea, risponde: “Scusate, signore, se mi intrometto, ma come sacerdote sono tenuto a dire la mia parola. Avete detto: Non c’è Paradiso! Quest’affermazione è una conclusione e alle conclusioni si giunge dopo molto studio. A quali studi religiosi vi siete applicato per essere convinto di ciò che avete asserito?
“Non occorre studiare la Religione per avere delle convinzioni! ” Risponde il signore con aria convinta.
Il sacerdote replica dicendo: “Io invece ho studiato seriamente il problema religioso da cinquant’anni e sono sicuro di non errare, dicendo: « Il Paradiso c’è. Studiate, meditate, aprite gli occhi e sappiate guardare.”
L’ateo inizia a scaldarsi non sopportando la sicurezza del sacerdote, che mostra. Così con fare altezzoso, risponde: ” Cosa intendete dire?” Il sacerdote con molta tranqullità gli spiega: “Tanti parlano come voi, perché non sanno guardare! D’ordinario si guarda in basso, a destra o a sinistra, e si trascura di guardare dentro ed in alto!”
A questo punto il signore ateo inizia ad abbassare i toni presuntuosi e quasi con fare meravigliato risponde: ” Spiegatevi meglio.”
Così il sacerdote con dolcezza spiega dicendo: “Si guarda in basso per cercare denari, piaceri corporali, tutto ciò insomma che soddisfa momentaneamente. Si volgono gli occhi a destra ed a sinistra, per vedere come fanno gli altri: nel commercio, in famiglia, lungo le vie. Ma bisogna guardare anche dentro nel proprio cuore, nella coscienza, per constatare il marciume morale e per scrutare il mistero della più grande aspirazione umana, che è la felicità! È necessario puntare lo sguardo in alto, per conoscere con l’intelligenza il Creatore di quest’universo meraviglioso! Se si guardasse meglio, si parlerebbe con più criterio!
Questo episodio realmente accaduto e il sacerdote in questione è il servo di Dio don Giuseppe Tomaselli, ci fa capire che spesse volte nemmeno sappiamo la verità, nemmeno siamo andati alla ricerca della verità. Non si tratta nemmeno di fede ma di ricerca. Quanti infatti parlano a sproposito, se solo come dice il sacerdote, mettessimo più criterio nelle nostre scelte e idee, tutto sarebbe diverso, perché Dio ha riempito la storia della sua presenza. Siamo noi a voler rimanere ciechi per non vederlo.