Cosa è esattamente un ritiro spirituale?
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Quando parliamo di ritiro spirituale, ci riferiamo a un momento, un periodo, che ci deve distaccare dalla vita quotidiana e portarci a riflettere sulla nostra vita interiore. Ecco perché si scelgono sempre posti lontani dal chiasso mondando, proprio per aiutare la meditazione e la preghiera.
Ma approfondiamo l’argomento, così da comprendere a cosa serve e la sua importanza:
Il ritiro spirituale esiste dai tempi di Gesù
Un ritiro spirituale è qualcosa che Gesù raccomandava anche ai Suoi apostoli. Infatti Gesù spesse volte come leggiamo nel Vangelo, si ritirava su una montagna per pregare. Questi ritiri di Gesù aiutavano la sua missione.
Non è un’occasione per fare tanti propositi
Molti dopo un ritiro spirituale, fanno tanti propositi per poter iniziare un nuovo cammino spirituale. Si fa infatti il resoconto, il punto della situazione, per discernere cosa stia andando bene e cosa no. Ma ancor di più, un ritiro serve a ritornare sui passi giusti, a comprendere la vera missione e meta dell’uomo a cui è chiamato.
Un ritiro spirituale non ci fa santi
È capitato a tutti che dopo un ritiro spirituale, ci si rentra a casa con una pace enorme, con un cuore rilassato e pronto a donarsi; attenzione non è che siamo cambiati e diventati santi ma forse siamo più consapevoli di come iniziare una vita nuova.
Un ritiro spirituale non definirà la nostra santità, né cambierà quello che siamo, ancor meglio, non eliminerà i nostri difetti, i gusti, le debolezze ecc, ma aiuterà a lottare meglio contro le tentazioni del mondo.
Non è una maratona spirituale
Immaginate di arrivare a un ritiro, di inginocchiarvi davanti al Santissimo Sacramento ottimo! E di rimanere tutta la notte a vegliare in adorazione. È splendido! Dubito, però, che il giorno dopo sarete sufficientemente svegli per continuare a pregare. La cosa più probabile è che vi addormentiate durante la meditazione o nelle conferenze, senza capire niente di quello che vi viene detto.
Spesse volte si vogliono fare tante cose che a lungo andare finiranno per fare niente. Dobbiamo respirare Dio, dobbiamo nutrire la nostra anima giorno dopo giorno e non si fa con l’abbuffarsi di preghiere vocali e basta, ma con il vivere giorno dopo giorno l’amore di Cristo.
Quante persone dicono: io prego tre rosari al giorno, vado a messa quotidiana, faccio la coroncina della divina misericordia ecc ecc ma mi sento senza fervore, con tante tentazioni, nel dubbio continuo…
Questo accade perché non lasciamo respirare la nostra anima. Dio ci chiama all’amore, e la preghiera deve essere olio di lampada che alimenta la nostra vita interiore, non acqua che ci fa annegare.
Ecco a cosa serve un ritiro
Un ritiro spirituale è proprio questo: un momento per pregare con più calma, per ritrovare la giusta dimensione che ci rimette in pista. Farete adorazione del Santissimo, leggerete libri spirituali e le Sacre Scritture, pregherete il rosario ecc ecc. Ma questi non sono i fini. Sono mezzi per ascoltare meglio Dio, per fare silenzio interiore, per riaccendere quella luce che si era affievolita.
Diceva San Josemaría:
“’Cosa faremo tu ed io in questi giorni di ritiro? Si chiedeva San Josemaría in un’occasione, e rispondeva: ‘Trattare molto il Signore, cercarlo, come Pietro, per avere una conversazione intima con Lui. Badate bene che dico conversazione: un dialogo di due persone, faccia a faccia, senza nascondersi nell’anonimato. Abbiamo bisogno di questa preghiera personale, di quell’intimità, di quel modo di trattare direttamente con Dio Nostro Signore”.
San Josemaría
Un ritiro spirituale non è un incontro con la gente
Fa molto piacere incontrare persone che non si vedono da tanto tempo, e si può quindi avere la tentazione di trascorrere il tempo mettendosi al corrente delle novità. Non dimenticate, però, che è il momento più riservato che potete avere nell’anno per ricollegarvi a Dio che vi ha invitati a trascorrere qualche giorno con Lui.
Scollegatevi dal resto e collegatevi a Lui. Aggiornatevi su di Lui. Dopo il ritiro ci sarà tempo per parlare con gli altri. Approfittate del tempo con Gesù!
Madre Teresa diceva che “il silenzio ci offre una visione nuova di tutte le cose”. Per quanto possa essere difficile riuscirvi, non perdete l’opportunità di riservare un tempo di silenzio con Gesù.
Un ritiro spirituale non è un obbligo cristiano
Fare un ritiro una volta all’anno aiuta molto, lo raccomando davvero. Lo raccomandano anche molti santi, nonché gli autori di testi di spiritualità. Ma non è un obbligo: se lo scegliete, fatelo liberamente!
Non consideratelo “una cosa da fare una volta all’anno”. In generale, tutto ciò che compone un progetto di vita spirituale è, più che un’imposizione, un invito che il Signore invia in una busta profumata e sigillata con amore. Qualcosa che aspetta la nostra risposta.
Si raccomanda di farlo una volta all’anno perché ci permetterà di vedere cosa ci siamo proposti nell’anno passato. Ci aiuterà a stabilire nuovi propositi. Vedremo cos’è cambiato nella nostra vita. Avremo l’opportunità di riprogettare le cose in base alle nuove esperienze e alla nostra realtà presente. Scopriremo nuovi orizzonti che Dio vuole proporci, nuovi progetti da elaborare insieme.
Un pellegrinaggio come ritiro spirituale?
Certo, anche un pellegrinaggio può essere inteso come ritiro spirituale perché vivendo il luogo sacro, si può scoprire la propria spiritualità, il punto in cui la nostra anima attualmente si trova. Tanta gente infatti ritornano a casa con idee più chiare, con un cuore più disponibile all’amore, con propositi buoni.
In conclusione
Un ritiro spirituale è come una boccata d’aria che consiglio a tutti i cristiani che vogliono farsi santi, che vogliono vivere la propria fede seriamente. Papa Francesco dice:
“In mezzo a tutte le nostre attività spesso trascuriamo l’essenziale: la vita spirituale, la nostra relazione con Dio. Fermiamoci a pregare!”