Durante la festa dell’annunciazione ecco cosa vidi
Nella festa dell’Annunciazione, Santa Metilde, si mise a pregare e accusava davanti a Dio tutti i suoi peccati con grande amarezza. Pensava a cosa farebbe mai quando Dio Giusto, un giorno le sarebbe comparso nella sua divina Onnipotenza per domandarle conto delle Sue negligenze. Quanto più l’uomo è santo davanti a Dio, tanto più si reputa vile ed inferiore a tutti; quanto più nella sua coscienza è mondo dal peccato, tanto più teme di incorrere nella disgrazia del suo Dio.
Penetrata da tale vivissima contrizione, Metilde vide il Signore Gesù seduto sopra un altissimo trono, in atteggiamento di ineffabile dolcezza. Si ritrovò tutta rivestita di uno splendore lucente come oro. Riconobbe allora che la vita santissima e le opere perfettissime di Cristo avevano supplito a tutto il bene che essa aveva trascurato e che tutta la sua imperfezione era stata riparata dalla sublime perfezione del Figlio di Dio.
Quando Dio lascia riposare sopra un’anima lo sguardo della sua misericordia e si china verso quella per averne pietà, tutte le colpe di lei vengono gettate in un eterno oblio.
Ricevuto così il prezioso dono della remissione di tutti i suoi peccati, Metilde, pienamente rassicurata, tutta accesa di santo ardore, si mise a riposare in seno al suo diletto Gesù.
Dal Cuore di Gesù usciva una musica celestiale
Allora ella vide uscire dal Cuore del Signore uno strumento di musica di cui si servì per celebrare le lodi di Dio; pregandolo pure che volesse Lui stesso essere a sé stesso la propria lode. E subito udì la voce del suo amato Gesù che cantava quest’antifona: “Date lode al nostro Dio, voi tutti, suoi Santi“. Meravigliandosi che il Signore cantasse queste parole, le venne divinamente ispirato che in questa parola: Lode, Dio loda sé stesso in sé stesso senza fine, con lode perfetta. In quell’altra parola “Date”, conobbe che Dio, dal tesoro della sua divina potenza, dona all’anima il potere d’invitare tutte le creature del cielo e della terra a lodare il loro Creatore. Nelle parole: “Al nostro Dio”, intese come il Figlio, in quanto uomo, onori e riverisca il Padre che Egli chiama Mio Dio e vostro Dio. Infine, in quelle parole “Voi tutti suoi santi” conobbe che tutti i Santi in cielo e su la terra, sono santificati da Gesù Cristo sommo Santificatore.
La santa vide pure la Madre di Dio alla destra del Figlio, ornata di una lunga cintura d’oro da cui pendevano cembali di oro lucentissimo. La Vergine Santissima percorreva tutti gli ordini angelici ed il coro dei Santi, i quali toccando quei cembali ne traevano armoniosi suoni. Tutti lodavano Dio per Metilde per i doni e per le grazie che la Maestà di Dio le aveva così largamente conferite ed ella pure, con tutte le sue forze, ne benediva il Signore con loro.
Durante la Santa Messa
Mentre nella messa si leggeva il vangelo, vide poi l’Arcangelo Gabriele che si recava a Nazaret verso la Beatissima Vergine. Una moltitudine di angeli lo seguiva e tutti ordinatamente si fermarono intorno alla casa dove stava la gloriosa Vergine. Dopo gli Angeli, venivano gli Arcangeli, poi le Virtù e così tutti i cori angelici, disposti in modo che ciascun ordine formava come un muro dalla terra al cielo intorno a quella casa benedetta.
Comparve infine il Signor Gesù, più bello di tutti i figli degli uomini, uscendo come lo Sposo dalla camera nuziale, circondato dagli ardenti Serafini che sono gli spiriti più vicini alla Divinità. Tutta la corte celeste circondava il Signore e la Beata Vergine, come di un muro che si innalzava dalla terra sino alla volta dei cieli.
Quando la Beata Maria, dal profondo abisso della sua umiltà ebbe dato questa risposta: Ecco l’Ancella del Signore, mi sia fatto secondo la tua parola, all’improvviso lo Spirito Santo, sotto la forma di una colomba, con le ali spiegate della divina dolcezza, entrò nell’anima della Beata Vergine, coprendola della sua ombra e rendendola feconda per generare il Figlio di Dio. Divina maraviglia operata dallo Spirito Santo! Benché carica del prezioso tesoro per cui era madre, Maria conservò intatta la sua verginità.