Dio ha cambiato idea con il nuovo testamento?
Oggi voglio trattare un argomento che molti cristiani cercano di affrontare ma che in realtà non trovano risposte e si ritrovano in imbilico tra verità e dubbi chiedendosi: Dio ha cambiato idea con il nuovo testamento? NO! Ma vediamo nel dettaglio:
Gesù nel Vangelo ci parla di amore, di porgere l’altra guancia, ci parla di perdono. Nell’Antico Testamento c’è invece tutt’altra musica. Sembra quasi come se Gesù parlasse il contrario ed il nuovo testamento, abolisce il vecchio. ATTENZIONE! Gesù stesso dice: Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. (Mt 5,17).
Facciamo chiarezza…
Uno degli errori che noi cristiani commettiamo è quello di prendere in mano la Bibbia e considerarla come un trattato di teologia dogmatica e morale, dimenticando un dato fondamentale: La rivelazione di Dio è stata progressiva.
Dio non poteva parlare di Trinità ad un popolo ancora primitivo nella fede, primitivo nell’amore ecc ecc. Non si può infatti affrontare un discorso di adulti a un bambino. Possiamo quindi capire che Dio ci ha preso per mano, e man mano istruiva l’uomo. Infatti Gesù usa la parola COMPIMENTO.
Quando andiamo a scuola, alle prime classi studiamo cose tanto elementari ma man mano che progrediamo, studiamo cose più complesse che spesso sembrano di abolire le precedenti ma in realtà senza le prime classi, non avremmo potuto affrontare quelle successive.
Dio con pazienza ci ha condotto
Dopo che Cristo ci ha svelato il volto di Dio e siamo stati messi in grado di sapere che Dio è Trinità di persone, possiamo rileggere l’Antico Testamento e cogliervi molti riferimenti impliciti.
Ma questi riferimenti li vediamo noi, dopo la rivelazione di Cristo. Prima era impossibile anche solo pensarvi.
Quindi seguendo questo ragionamento, possiamo capire che non solo nel campo rivelativo Dio ha mostrato le realtà divine ma anche nel campo morale e sociale.
La rivelazione della legge di Dio quindi è stata progressiva. Si passa ad esempio dal libro della Genesi dove l’uomo è incapace nel distinguere il bene dal male, alla legge del taglione, che era una sorta di progresso se così possiamo intenderlo, per respingere la riparazione smodata del male.
Dio dà la legge del taglione, che intende portare all’interno di un mondo estremamente vendicativo qual era il mondo degli ebrei, a criteri di giustizia più stretta: “Se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido” (Es 21,23-25). Si trattava dunque di una legge più equa, per quei tempi evidentemente.
Una spiegazione del genere riguardo alla rivelazione progressiva, che cammina parallelamente al progresso spirituale e umano dell’uomo, ce la conferma anche Gesù quando i farisei gli domandano: “È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?” Gesù risponde: ” Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.” Ciò significa che Dio seguiva il progressivo avanzamento spirituale e morale dell’uomo. (Mt 19,3-8). Non poteva rivelare tutto alla sua creatura perché non era pronta e matura per affrontare tutto.
Con Gesù possiamo dire che l’uomo era pronto a fare dei passi in avanti ( una specie di ultimo anno per il diploma) quindi il Signore vede l’uomo, capace di comprendere e compiere il passo finale. E mostrando una via che conduce a Dio perché lo imita, chiede, senza rinunciare alle esigenze della giustizia, di essere misericordiosi e di perdonare.
Per questo Gesù parlando di perdono e amore dice: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,44-45).
Riferimenti che si collegano al nuovo testamento
Vediamo infatti che nell’Antico Testamento Dio ha fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza, e che già nel Levitino gli ripete diverse volte: “Siate santi perché io il Signore vostro Dio sono santo” (Lv 11,45).
Il Dio da imitare nell’Antico Testamento è quel Dio che si presenta come “misericordioso e pietoso” (Es 34,6). Ma per ora il popolo è incapace di comprenderlo.
Così ancora quel Dio che talvolta esige l’espiazione perfetta del male secondo la legge del taglione – anche nei confronti di intere popolazioni – si presenta come Colui che perdona e che chiede di perdonare.
Per ora il popolo non lo comprende. Ma sta di fatto che tra le feste religiose del popolo d’Israele la festa dell’Espiazione è tra le più importanti (veniva celebrata nel giorno corrispondente all’equinozio di autunno). Il contenuto principale di quella festa era il seguente: “Dio perdona”.
Un documento che fa ancora più chiarezza è quello della Pontificia Commissione biblica, intitolato “BIBBIA E MORALE radici bibliche dell’agire cristiano” pubblicato l’11 maggio 2008, e scrive:
“La Bibbia attesta un affinamento della coscienza riguardo a certe questioni morali. Tale progressione si verifica in Israele grazie a una lunga riflessione sull’esperienza dell’esilio e, in alcune tradizioni, sull’esperienza della diaspora e giunge a perfezione sotto l’influsso dell’insegnamento di Gesù e del suo mistero pasquale. Dopo il ritorno di Gesù al Padre lo Spirito Santo accompagna i discepoli nella ricerca per vivere il suo insegnamento in circostanze nuove (Gv 14,25-26). Il criterio della progressione invita i credenti a cercare, nell’approfondimento di ogni questione morale, la massima conformità alla «giustizia superiore» del Regno, come Gesù ne ha tracciato i contorni (Mt 5,20)” (n. 120).
Quindi possiamo concludere che non c’è contraddizione ma evoluzione. Con Gesù tutto è stato portato al compimento. La Sacra Scrittura è davvero un viaggio che parte da un vasto deserto, fino a un vasto prato di frutti maturi che Cristo ci ha donato.