Concilio Vaticano II: Traditio, traditi e traditori
Nonostante i Lefebvre di turno (con rispetto per Lefebvre che come persona e come missionario era pure in gamba), che si aggirano come dei pendolari che intraprendono il loro viaggio sproloquiando di qua e di là, improvvisandosi conservatori (magari lo fossero veramente) di antiche norme scritte in rosso e a pié di pagina… ecco nonostante taluni personaggi, bisogna dire che il Concilio Vaticano II è stata ed è ancora una grande occasione per la Chiesa di annunciare il Vangelo di sempre in modo nuovo ed efficace, riscoprendo la bellezza e la dignità del nostro battesimo.
Non fu il Concilio a tradire la Traditio. Siamo stati noi i traditori, sia del Concilio che della Traditio stessa. È il Concilio il vero tradito e di conseguenza è la Traditio la vera tradita. Abbiamo voluto far dire al Concilio ciò che esso non voleva dire, abbiamo forzato la mano per cercare di far passare le nostre opinioni personali, le nostre trovate così “geniali”, le nostre novità così “moderne… “
Ecco, io me la prendo (per modo di dire) con due categorie (perché di categorie convenzionali si tratta): i tradizionalisti nuovo stampo e i modernisti di vecchia data. Ossimoro? Si, ma non proprio.
I tradizionalisti nuovo stampo sono dei conservatori rifatti (non tutti) che hanno usato il botulino di qualche Don Minutella qualsiasi, per provare a difendere la dottrina della Chiesa (magari la difendessero!) con qualche operazione chirurgica volta a rimuovere le rughe del Concilio.
Sono di nuovo stampo, perché mentre il classico tradizionalista (che difende la Tradizione e il Magistero della Chiesa, e quindi anche io) cerca di vivere in un’ermeneutica di continuità con il passato, quello nuovo stampo è fighettino, è saputello, è rigido. Imbraccia le armi del rigore non appena sente parlare di misericordia. Poi non appena gli dici che ne ha parlato pure San Pio X, si calma e torna e fare la nanna.
Crede di sapere, crede di insegnare. Frequenta i siti più disparati e lì si lascia inebriare da tutti gli articoli possibili, fino a proclamare di sapere tutto sul Concilio. E fra poco ci dirà pure quando i padri conciliari usavano i servizi igienici.
Sproloquia sul Concilio Vaticano II e lo tradisce
E per rifarsi una verginità ecclesiale, dice di seguire solo Benedetto XVI, nel migliore dei casi, oppure Pio XII, che sarebbe l’ultimo vero Papa (secondo loro). A proposito. Sto aspettando da decenni l’uscita dell’ultima enciclica.
Poi ci sono i modernisti di vecchia data, che cambiano in qualche punto l’insegnamento della Chiesa (chi gliel’ha detto non lo so) con la solita metodologia e la solita propaganda commovente: “dobbiamo aprirci, dobbiamo essere uniti, dobbiamo tornare alla prima comunità degli apostoli. Meno messe più Messa, meno preghiere più preghiera.. Etc…“. Le solite cose che non ascolta più nessuno. E a cui secondo me nemmeno loro ci credono.
Alcuni di questi (anche qui, non tutti) hanno soprattutto tra i 60 e i 70 anni. Sono i terremotati del Concilio. Quelli che una volta usciti dal clima conciliare pensavano di cambiare il mondo con una Messa bit (si sono visti i risultati). Facevano salire i laici sul presbiterio, e facevano scendere i presbiteri tra i banchi. Pensavano così di aver vinto il clericalismo. Improvvisavano teatrini a Messa e robe del genere. Convinti che gli oratori si riempissero (si sono visti i risultati) e che fosse quella la partecipazione “attiva e consapevole”.
E poi dicevano pure che era lo spirito del Concilio (a quale spirito si riferiscano non lo so…), perché il loro mantra è: “non commettere atti preconciliari”.
Ecco. A mio avviso questi due atteggiamenti hanno contribuito a prostituire il pensiero del Concilio creando opposizioni tra chi sostiene il Concilio Vaticano I e chi il Concilio Vaticano III che deve ancora venire.
È così difficile rimanere nel Secondo?
Capisco. Ci sono state esagerazioni, storture, interpretazioni arbitrarie. È vero. Ma questo il Concilio non lo voleva e per capirlo basta leggersi le parole di apertura del Concilio da parte di Papa Giovanni XXIII:
“Occorre che questa dottrina ( la dottrina cristiana nella sua integralità) certa e immutabile, che dev’essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo. Altra cosa infatti è il deposito stesso della fede, vale a dire le verità contenute nella nostra venerabile dottrina, e altra cosa è la forma con cui quelle vengono enunciate, conservando ad esse tuttavia lo stesso senso e la stessa portata”.
Ecco la TRADITIO. Ecco i traditori. Ecco i traditi.
di Frate Andrea