
Essere Cristiani a Hollywood
Agli inizi del 1900 nacque la figura della “celebrità”, sia in Italia che oltre oceano, e in particolare a Hollywood rendendo certe persone quasi divine, quasi come si trattasse di un olimpo irraggiungibile. Questo è lo Star System, dove persone comuni tramite percorsi di studio, doti innate, o anche raccomandazioni o colpi di fortuna, da un giorno all’altro vi entravano e tramite determinati ruoli nei film, e fuori dal set tramite atteggiamenti e particolarità, diventavano personaggi iconici e leggendari.
Sul set uomini e donne affascinanti, comici, avventurosi, e così via, fuori dal set spesso personaggi irraggiungibili, con abitudini dispendiose, lusso e sfarzo senza fine. A quei tempi il cinema non era solo in America, ma anche l’Italia era forte di Cinecittà e di una tradizione di attori e registi paragonabili ad Hollywood. Poi quest’ultima è cresciuta a dismisura a discapito di Cinecittà e del cinema italiano che è diventato sempre più piccolo.
Ma in tutto questo mondo di celebrità, appunto lo star system, un mondo chiaramente legato molto ai beni materiali, c’è spazio per la cura dello spirito? C’è spazio per Dio? Ci sono persone cristiane? Soprattutto non solo che si dichiarano tali, ma che riescono ad esserlo? Vediamo meglio:
Andando nel passato sicuramente c’erano meno eccessi di adesso, i personaggi per quanto potessero cadere in droghe, vizi e peccati di ogni genere, di certo non raggiungevano il livello medio attuale. In generale possiamo dire che il mondo decenni fa era meno marcio, e di conseguenza anche il mondo delle celebrità lo era meno di adesso.
Personalmente nel mio piccolo, come regista, sono stato a Hollywood per accompagnare una produzione alla notte degli Oscar, sono stato a tantissimi eventi in giro per il mondo e in Italia, e posso dire che è sbagliato generalizzare, c’è tanta brava gente dappertutto, ma c’è anche da dire, che questo mondo l’ho visto più dall’esterno. Sentendo parlare chi è dentro, al di là ripeto di essere brave persone, credenti, ecc.. è meglio tenere la propria fede per sè.

Ne parla l’attore Matthew Mcconaughey in un’intervista che potete leggere qui. Qualsiasi attore che afferma apertamente di essere un cristiano rischia di vedere la sua carriera fermarsi: “Non voglio segnalare nessuno in particolare, ma ho notato sul palco che, mentre ricevevo un premio di fronte ai miei colleghi di Hollywood, c’erano persone con cui ho pregato molte volte prima delle scene e con cui ho ringraziato Dio, che avevano iniziare ad applaudirmi ma che, quando ho citato Dio, hanno tenuto ferme le mani perché avranno pensato che questo è qualcosa che non va nel curriculum…”.
Così ha dichiarato l’attore durante un podcast con il comico e conduttore Joe Rogan, intervista che ha già raggiunto più di 4 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Quindi come dicevo, la brava gente c’è: c’è chi fa tanta beneficenza aiutando il prossimo. C’è anche chi prega, come ha detto Matthew, ma quando poi la cosa diventa pubblica, allora meglio stare tutti buoni. Ma perchè? Io penso di avere la risposta: la fede è qualcosa che rende liberi da qualsiasi schiavitù, da qualsiasi compromesso.
“La verità vi renderà liberi” è ciò che diceva Gesù. E in un sistema di miliardi di dollari, uno degli ambienti più ricchi del mondo, non sarebbe un problema se gli ideali cristiani, e soprattutto la libertà di poter dire di no a determinate cose, si mettessero davanti agli interessi delle produzioni? Ed ecco che si crea l’avversione alla fede, ai principi.C’è un dio a Hollywood che conta più di tutto, ed è il denaro.Non ci può essere nulla davanti a questo. E guai a chi lo fa, come successe a Jim Caviezel.
L’attore era fra i più noti al mondo, interpretando numerosi ruoli di rilievo in particolare nei primi anni 2000. Aveva Hollywood in mano, ed era fra i più desiderati dal pubblico femminile, protagonista di “La sottile linea rossa” di Terrence Malick (film enorme che noi di Hot Corn avevamo già celebrato qui), del thriller Frequency – Il futuro è in ascolto e interprete di Edmond Dantés nel Conte di Montecristo.
Nel 2004 arrivò il suo ruolo più importante, quello di Gesù, nel capolavoro “La passione di Cristo” di Mel Gibson.I ruoli di Caviezel iniziarono poi a calare di importanza, per quanto ancora facesse film, la sua fede lo fece allontanare dall’importanza acquisita sino a quel momento.
Hollywood è il mondo del buisness, e in America nella politica, allo stato attuale il buisness è in mano al partito democratico. Non è sempre stato così, le cose cambiano, ma al momento ai portafogli e agli affari dello stato conviene tenere posizioni progressiste. Caviezel invece ha sempre avuto una posizione conservatrice e moderata dichiarandosi sempre antiabortista e contro l’eutanasia. Con i soldi guadagnati è andato avanti per la sua strada, producendo e interpretando Paolo, apostolo di Cristo nel 2018, di Andrew Hyatt e altre pellicole a tematica religiosa, come Onyx, Kings of the Grail (2018).
E quindi dall’altre parte troviamo una Hollywood sempre più trendy sulle tematiche come quelle del gender, con attori e attrici che (non sappiamo se realmente convinti o più per moda e per seguire linee di marketing dei manager) si dichiarano bisessuali, genderfluid, binary, pan tri q xzy e chi più ne ha più ne metta, ma anche favore delle droghe, dell’utero in affitto, delle feste, degli sfarzi degli sprechi e così via.
E chi come Jim si oppone al sistema, non dico che venga annientato, ma sicuramente non può stare in cima all’Olimpo.McConaughey forse è un’eccezione solo perchè hanno visto che fa vendere talmente tanto, da non poterlo bloccare, e anche perchè se lo facessero, confermerebbero quanto lui ha pubblicamente denunciato con questa storia.
Meccanismi particolari da capire, da osservare.Io penso che Matthew McConaughey sia lì per volere di Dio, e sapete perchè? Quando ancora non era famoso, doveva accettare se fare il ruolo da protagonista nel thriller “The Jackal” o se recitare in un ruolo da co-protagonista, ma non primario, in “Contact”, dove doveva interpretare un ragazzo studioso di religione che stava scrivendo un libro sulla fede, in antitesi con la protagonista che inizialmente è atea/agnostica.
Matthew ha scelto Contact, perchè rappresentava più i suoi ideali.E da lì la sua carriera è decollata, coincidenze? Non penso. E Mel Gibpson? Anche per lui c’è stato un allontanamento da Hollywood. Molti utilizzano come pretesto un episodio dove era ubriaco, ma quanti attori sono stati trovati ubriachi o drogati? E’ chiaro fosse stato allontanato anche lui per la sua fede. Ci sono voluti dieci anni perchè ritornasse a Hollywood, e l’ha fatto con “La battaglia di Hacksaw Ridge” di cui è regista, un film sulla guerra, ma che ha come tema centrale quello della fede, e quello di vincere una guerra senza la violenza.
Quindi cosa dire, è evidente che la fede dia fastidio, in un mondo dove questa penalizza buisness e denaro. Per fortuna come vediamo, per quanto alcuni si arrendano e si nascondano, c’è chi lotta a viso aperto, senza paura. Mi viene sempre in mente il film Cristiada, film che era stato boicottato proprio perchè tratta di un evento scomodo, dove “i cattivi” erano comunisti massoni al governo. Boicottato nonostante una produzione da decine di milioni di dollari e dei nomi nel cast come Andy García, Eva Longoria e Peter O’Toole.
Vinse numerosi premi ma le distribuzioni avevano paura a farlo girare, sempre per gli stessi motivi dell’articolo.E un bambino, uno dei protagonisti del film, viene costretto a rinnegare la propria fede, altrimenti sarebbe stato ucciso. Ma il bambino risponde “viva Cristo re” e viene ucciso prima che possa essere salvato. Un gesto che forse in pochi sarebbero stati capaci di compiere, ma che deve riecheggiare come esempio anche oggi, mai rinnegare la propria fede.
Giusto per la cronaca, vorrei citare un elenco di altri attori o celebrità hollywodiane che non hanno paura nel mostrare la loro fede pubblicamente:
Caterina Murino, Martin Scorsese, Antonio Banderas, Arielle Dombasle, Al Pacino, Pierce Brosnan, Mark Wahlberg, Gary Sinise, Tom Hanks, Milla Jovovich, Jennifer Aniston, Margot Robbie e altri ancora.